Pagine

venerdì 7 giugno 2013

L'APPENNINO, la mia piccola terra dell'anima



Il posto dove ho scritto la prima canzone non è un posto qualsiasi. E non potrebbe mai esserlo. È un luogo che per me ha un alone sacro, pieno di storia, di meraviglia. Il posto dove ho scritto la prima canzone è l'Appennino.
Ci sono musicisti ben più illustri di me che hanno legato il loro nome alla cresta appenninica: penso ovviamente a Francesco Guccini, che per me è stato un faro; ma anche a Giovanni Lindo Ferretti, che vive al Cerreto, il paese di mia nonna; e al suo ex collega Massimo Zamboni, che vive a Carpineti. La vicinanza alla montagna è un legame che non si scinde, anche standone lontani. E ora che vivo a Milano, quel legame lo sento ancora più forte.
Il posto dove ho scritto la mia prima canzone è un campeggio. In Val Baganza, a pochi chilometri dal Passo della Cisa, c'è il paese di Berceto. Lì ho trascorso tutte le mie estati, praticamente nessuna esclusa. Fino ai miei 12 anni la mia famiglia affittava una casa al Poggio di Berceto, ai piedi di un fortino ottocentesco che fino a qualche anno fa era nascosto da una splendida pineta. Ho usato una sua foto come copertina nel mio cd Le farmacie di turno.




La copertina di Le farmacie di turno



La scritta “farmacie” appare davvero sulle mura del fortino. Ormai è quasi illeggibile, ma quando d'inverno gela ricompaiono abbastanza netti i suoi contorni. La frase per intero è “vogliamo due farmacie”, in un colore arancione sbiadito. Mi ricordo di quella scritta da sempre, già sbiadita quand'ero bambino. Non credo che riuscirò mai a scoprire chi ne sia stato l'autore, né il perché di una rivendicazione che suona tanto bizzarra.
Oggi il mio posto in Appennino è una casetta di legno, 30 metri quadri. Era il regno assoluto di mio zio Nasario, l'autore del bouzouki e del mandolino. In quel posto ho conosciuto alcuni tra gli amici migliori che ho: Ribamar e Attilio, con cui ho condiviso tante missioni (perlopiù suicide) nel mondo della musica e tentato di “far cultura1 in tanti modi. Riba è un mostro dell'audio engineering e ha curato la postproduzione e il mixaggio di Testuggini, impreziosendolo. Attilio sarà mio ospite alla serata di presentazione, canteremo insieme un suo brano, che eseguimmo innumerevoli volte dieci anni fa, quando militavamo insieme nei Preadamiti.
A Berceto, davanti a qualche birra, trascorsi un lungo e bellissimo pomeriggio di inizio estate con Francesco Pelosi, durante il quale mi fece sentire i suoi Cantari della guerra silenziosa nella loro prima versione, ormai cinque anni fa. Ancora non ci conoscevamo quasi, lì nacque la nostra intesa e la nostra amicizia, davanti ai monti che ci guardavano e attraverso cui la sua voce potente si propagava per boschi e per valli, spaventando i fugazzolesi2 ignari.




Il panorama dalla mia casetta

La mia vita è legata a questa valle, ai crinali che la contornano. Ho scritto tante canzoni, tante poesie qui. Anche in tempi recenti: delle canzoni di Testuggini ben quattro sono state scritte in questo posto. Fin da bambino tra questi monti mi sono emozionato, ogni volta come se fosse la prima, vedendo in cielo il volo di una poiana. E a questa piccola casa di legno ho dedicato questa canzone, che sarà in Testuggini, il Canto delle poiane.







1. L'espressione “far cultura” è rischiosa e infida; prendiamola per quello che è, senza darle troppo peso in questo contesto, ne potremo ragionare assieme altrove! :)
2. Fugazzolo è il paese che a Berceto sta perfettamente di fronte alla mia casa, ma sull'altro lato della valle.

1 commento: